mercoledì 28 marzo 2012

Oggetti di bellezza, Steve Martin, Isbn Edizioni, 2012.





Già a vent'anni, Lacey faceva il suo ingresso nell'aula con l'esuberanza di una stella di Broadway. La seguivamo con gli occhi fino in fondo al corridoio, dove si sistemava sulla sedia gettando la testa all'indietro con aria esperta. Quando lasciava una stanza era come se tutti noi tirassimo il fiato, un ritorno alla normalità. Era chiaro che Lacey avrebbe fatto strada, a costo di seminare qualche vittima lungo il cammino. Se una delle sue amiche era in crisi, Lacey si precipitava a distribuire secchiate di comprensione. Nel nome del sostegno morale, era capace di tranquillizzare o spronare: "Tesoro, lascialo perdere" o, al contrario, "Tesoro, fagliela pagare". Ogni suo piccolo consiglio era fonte d'ispirazione. Le emozioni dei maschi, invece, erano un altro paio di maniche. I ragazzi non erano che futili scocciature, piccoli uragani di sabbia ai suoi piedi. Aveva la dote innata di spezzare i cuori, ma spesso la sua vitalità portava la gente a perdonarle le peggiori malefatte amorose. Adesso, però, aveva quasi quarant'anni, e farsi perdonare non era più così facile come quando aveva la pelle che profumava di rose. 




"Sono stanco, stanco morto di pensare a Lacey Yeager, ma temo che finché non scriverò la sua storia e non vedrò il manoscritto rilegato a dovere sul mio scaffale, non riuscirò a scrivere di nient'altro."

Nessun commento:

Posta un commento