domenica 25 marzo 2012

Luminal, Isabella Santacroce, Feltrinelli.



Isabella Santacroce ha fatto parlare la carne psicochimica impregnata di Luminal, la droga dello spirito che non si rassegna a sbattere la testa contro la realtà. Ne sgorga un romanzo incandescente, che deborda spesso nel poema emotivo con incontenibili slanci lirici, tenerezze visionarie sillabate da una bambola psicotica. I centri generativi delle parole si sparpagliano dal cervello alla vagina di due diciottenni, sull'asfalto di città schizoidi come Zurigo, Berlino, Amburgo, nel sistema nervoso di terrificanti animali domestici, nei cessi dei locali pubblici, sulle bobine di un videoregistratore… Imprendibili, divine, demoniache, Demon e Davi non conoscono limiti, sono estremiste del sesso estremo. E la loro adolescenza furibonda prende la parola perché delle parole non si accontenta: la voce narrante di Demon è il demone di un Verbo che stravolge, travisa, trasfigura, perfora la visione. 

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