martedì 31 gennaio 2012

Al limite boschivo, Thomas Bernhard, Guanda, 2012

Scrive Giorgio Cusatelli: "I tre racconti presentati qui fotografano... l'unica follia senza scampo, quella della razionalità. "L'italiano", crudele indagine dietro le quinte di un funerale di campagna, oppone forestieri a forestieri. "Kulturer" rivela, in modo non dissimile, l'alienazione di un carcerato che non ha più carcere. "Al limite boschivo", vertiginosa allegoria, dichiara addirittura la reciproca vacuità della vita e della morte, che appaiono entrambe ridotte, in questo "giallo" di montagna, a connotazioni casuali. È importante però intendere che non si tratta mai di invettiva, o di denuncia a carico della diserzione di Dio. Di pura cronaca, invece. Dove i fatti sono sempre operati dagli altri e dove il cronista non sappiamo neppure se ci sia veramente".





sabato 28 gennaio 2012



"Tutte le famiglie sono psicotiche" di Douglas Coupland, ISBN, 14,90, 2012


"Tutte le famiglie sono un po’ psicotiche. Coupland lo sa, e ci presenta con il suo stile vivace e inconfondibile la storia dei Drummond, una famiglia americana molto ma molto strana: Janet, la mamma, è sieropositiva per colpa del figlio Wade. Che, non contento, ha trasmesso la malattia anche alla nuova compagna del padre, Nickie. Bryan, il fratello depresso, ha provato un paio di volte a suicidarsi e poi si è fidanzato con una donna dal nome incomprensibile, Shw. Si riuniscono tutti per assistere al viaggio nello spazio di Sarah, la figlia modello, la mosca bianca della famiglia, nata senza una mano a causa della cura di talidomide durante la gravidanza della madre. Sono tutti lì, dopo anni, per assistere al lancio dello Shuttle. Una riunione che innescherà una serie di eventi imprevedibili, portando a galla tutti i problemi sepolti da tempo. Coupland ci racconta i vizi e le psicosi di una famiglia atipica e borderline, con il suo stile divertente e incalzante.
Una storia feroce e irriverente che mette insieme temi forti e scioccanti come Aids, droga, cancro, genetica, internet e paranoie metropolitane."

giovedì 26 gennaio 2012

Il montaggio, Vladimir Volkoff, Guida Editore, 2011, Napoli


Leggendo il formidabile romanzo di spionaggio "Il montaggio" di Vladimir Volkoff, il ragionevole dubbio che i servizi segreti delle grandi potenze del '900 abbiano fortemente influenzato lo svolgimento della Storia contemporanea prende prepotentemente corpo. L'Autore per far comprendere come la manipolazione utilizzi i media, ripercorre la storia di Dimitri Aleksandrovic Psar che viene convinto a sacrificare la sua vita alla causa sovietica, in cambio del rientro in Russia, da un giovanotto agente del KGB, Pitman. Dimitri diventa l'ingranaggio della macchina sovietica ispirata dalla scienza filosofica di Sun Tzu, antico genio cinese autore dell'“Arte della guerra”.


E questa informazione tendenziosa consiste...?



venerdì 20 gennaio 2012

Come diventare sè stessi, David Foster Wallace, 2011, Minimum Fax, p.400, I Sotterranei,





David Foster Wallace (I962-2008) è stato una delle figure più importanti della letteratura americana degli ultimi trent'anni. Con libri come “Infinite Jest”, “La ragazza dai capelli strani”, “Una cosa divertente che non farò mai più” ha saputo rivoluzionare la narrativa e la saggistica contemporanea, guadagnando si la stima della critica e l'amore dei lettori (malgrado la complessità della scrittura, i suoi titoli pubblicati da minimum fax hanno venduto fino a oggi più di 75.000 copie complessive). A tre anni dalla sua tragica scomparsa, arriva in libreria un libro-intervista in cui ascoltiamo senza filtri la sua voce. All'indomani dell'uscita americana di “Infinite Jest”, invitato dalla rivista «Rolling Stone» a scrivere un lungo articolo su Wallace, il giornalista David Lipsky trascorse cinque giorni ininterrotti al suo fianco, viaggiando con lui per centinaia di chilometri, assistendo ai suoi reading, alle lezioni del suo corso di scrittura, ma soprattutto impegnandolo in una conversazione personale e profonda sulla letteratura, la politica, il cinema, la musica, e anche gli aspetti più privati della sua vita, compresi il rapporto con le droghe e la battaglia contro la depressione. Questa è la fedele trascrizione del materiale registrato all'epoca: il ritratto in presa diretta di un indimenticato maestro della letteratura.




"Beh, che tipo di orari fai quando lavori ad un libro?
In genere... lavoro a botte di tre quattro ore, intervallate o da pisolini o da, che ne so, distrazioni varie, cose che si fanno insieme ad altre persone. Quindi, per dire, mi sveglio alle undici o a mezzogiorno, lavoro fino alle due o alle tre. (...)


(...) Uno degli aspetti che non piacciono per me è che ho una scarsissima capacità di godermi le cose. Le cose reali, mentre succedono. Perchè riesco a trasformare quasi tutto in qualcosa di spaventoso. (...)


Infinite Jest
(...) Non è veramente un romanzo; non vuole essere un romanzo. Non ho mai pensato a questo libro come un romanzo, lo vedevo come una lunga storia. (...) L'idea è che il libro sia strutturato come un prodotto d'intrattenimento che non funziona.