lunedì 9 aprile 2012

Gli amici non si danno del tu, a cura di B. Moroncini, Cronopio, 2011



Da Aristotele in poi, è l’amicizia, ben più della giustizia, il collante che tiene uniti fra di loro gli esseri umani, che li fa essere una comunità e dà stabilità e durata alle istituzioni della polis. Di conseguenza l’amicizia è la posta in gioco della politica. Ma di quale politica dell’amicizia c’è bisogno oggi, dopo il disastro del moderno, dopo la Shoah, dopo la fine del comunismo? Negli anni sessanta del secolo scorso un gruppo di amici – Blanchot, Bataille, Char – discute sull’amicizia, sul rapporto fra l’amicizia e il disastro, l’amicizia e la fraternità, l’amicizia e la politica rivoluzionaria, non senza vivere tutte le vicissitudini dell’amicizia, dal primo incontro al distacco definitivo. Alla fine saranno tutti d’accordo su una sola cosa: vera amicizia è quella che sopporta la separazione, l’addio e la dimenticanza. Vera amicizia è solo quella che vive di disastro.

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